Sia lodato Gesù Cristo!
 
 
La Chiesa
 
     L'Arciconfraternita del SS. Rosario, fin dalla sua fondazione, ha sede presso il Complesso Conventuale Domenicano di Sessa Aurunca.

     Di seguito potrete leggere informazioni sul Convento, sulla Chiesa di San Domenico e sulla Cappella del SS. Rosario dove ha la propria sede la congrega.


La Cappella del SS. Rosario

     L'Arciconfraternita ha sede, fin dalle origini, in una accogliente Cappella posta all'ingresso del Convento Domenicano.
     La Cappella, un tempo oratorio del Convento, ha una semplice struttura rettangolare con pavimento in mattonelle di cotto maiolicato realizzato nel 1724 dal maestro riggiolaro Matteo Giustiniano (al centro del pavimento il simbolo della confraternita con serti di fiori e volute barocche che sorreggono festoni).
     Alla stessa epoca risale l'altare, di tipo pre-conciliare, di pregiato marmo policromo sul quale campeggia una bella tela raffigurante la Madonna che consegna il Santo Rosario a San Domenico e Santa Caterina, opera di Francesco Solimena, dono delle consorelle della congregazione.
     Ai lati dell'altare si trovano due merope con altrettanti dipinti raffiguranti l'ecce Homo e Gesù che alza il calice durante l'ultima cena, attualmente in fase di restauro.
     Nella parte posteriore della Chiesa è posta un'antica cantoria lignea con harmonium.
     A sinistra dell'altare si trova una preziosa statua di legno della Vergine del SS. Rosario con Bambino, impreziosita da due corone d'argento. La statua, di proprietà della confraternita e di pregevole fattura, è di autore ignoto e presumibilmente risale all'inizio del 1700; è probabile che in passato venisse portata in processione in occasione della festività del Santo Rosario. A destra dell'altare, invece, si trova un'altra preziosa statua della Vergine Addolorata, fino a qualche anno fa conservata nella Chiesa di Sant'Anna, ed anch'essa di proprietà della confraternita.
     Ai lati dell'altare si trovano due porte che danno accesso all'ampio vano sacrestia, posto nella parte più interna della Cappella. In esso risaltano un antico crocifisso ligneo, un bassorilievo marmoreo raffigurante l'agnello Pasquale ed una tela dell'adorazione della Vergine da parte di Santi, Beati e Pontefici domenicani, attorniati dai confratelli. La tela, di origine seicentesca e di autore ignoto, è impreziosita da una grande cornice indorata che presenta montanti laterali e sul lato superiore quindici nicchie con altrettante piccole tele rappresentanti i misteri del Rosario. In questo spazioso locale si svolgono le riunioni dei confratelli e sono custoditi l'archivio storico e le suppellettili sacre della confraternita in pregiati mobili del Seicento e del Settecento.


Convento Domenicano e Chiesa di San Domenico

     L'antico Convento Domenicano di Sessa Aurunca fu edificato nel 1425 dal duca Giovanni Antonio Marzano. Questi aveva spossessato i domenicani dal loro precedente Convento sito nell'area del Castello Ducale.
     Il Complesso di San Domenico, recentemente restaurato, ha una facciata ad arconi che prospetta sulla valle, ed il Chiostro quadriportico voltato a crociera, ad archi acuti su pilastri con semicolonne e capitelli a motivi vegetali, un tempo affrescato con episodi della vita di San Domenico, di Santi, Vescovi e Cardinali di cui sono visibili alcuni resti.
     Il Convento fu soppresso con legge del 7/08/1809 e sul finire del secolo passò in proprietà del Comune di Sessa Aurunca, che lo utilizzò ad uso delle truppe di passaggio per Sessa, come abitazione per i "musicanti" della Guardia Nazionale, per le guardie urbane, e successivamente, per istallarvi gli impianti per la produzione elettrica, ed anche ad uso di "case popolari" e come deposito di generi di monopolio.
     Attualmente, dopo diversi anni di lavori, l'intero stabile è stato recuperato e lo splendido Chiostro è stato restituito alla sua originaria bellezza ed adibito a sede universitaria.
     Al Convento era annessa una bella Chiesa dedicata a San Domenico, edificata nel 1432 là dove era l'antica Chiesa di S. Maria degli Orti. Nella Chiesa, sul limitare della porta della sagrestia, in una bella cassa di legno con vetri avanti, erano custodite le spoglie mortali imbalsamate del famoso filosofo suessano Agostino Nifo, morto il 18 gennaio 1538.
     Nella Chiesa, fin dalla metà del 1500, si svolgevano rituali molto interessanti di cui è possibile trovare molte testimonianze storiche.
     Fra queste, rilevanti sono quelle riportate da Don Gaspare Fuscolillo, nel suo saggio "Le Cronache de li antiqui Ri del Regno di Napoli". Fuscolillo scrive: "A dì 24 del mese di aprile 1541 in Sessa ad Santo Domminicho fo fatta la creacione de Adamo et Eva, quale la fece Donno Antonio de Masellis canonico suessano, con soi discipuli, et lo dicto donno Antonio stette innudo, solum con un velo nanti allo membro, che ce stette tucta Sessa ad vedere, et messer Joanfrancisco Russo fo lo ministratore con Nocentio Sacchetta et forence trombette con grandi triumphi".
     Ed ancora riferisce che: "A dì 18 del mese de Aprile de la VII indictione 1549 che fo lo jovedì santo, circha 22 hore fo facta la passione ad Santo Domminicho de Sessa in tempo che cera lo Signore Don Lope de Arrera per covernatore, et li menistri de dicta passione foro lo Signore Andrea de Altissimo, messere Ioan Francisco Russo medico et messer Nocentio Sacchetta clerico per certo non ce foro pianti assai, anczi de piacere; la spesa fo poca et Sessa ce messe trenta carlini; non ce foreno frosteri, gente assai de Sessa et casali; ce fo bono ordine, sencza disturbo alcuno; la predica non fo facta de la passione, che predicavo la dicta quatragesima uno del ordine de Santo Domminicho, chiamato per nome fra Cristofano de Dalmatia; se fece iusto honore al suo predicare".
     Queste antiche testimonianze dimostrano l'importanza che rivestiva il Complesso Domenicano e la sua Chiesa nella vita sociale suessana di quell'epoca.
     Purtroppo, però, nell'ultimo decennio dell'800, la Chiesa, già in cattive condizioni, crollò definitivamente e le spoglie di Agostino Nifo furono traslate nella Chiesa di Sant' Agostino. Dopo il crollo della Chiesa, rimaneva solo parte dell'abside, demolita, poi, per far posto a una palazzina dell'allora SIP, oggi Telecom.




Testo a cura di Pasquale Ago - tratto da:

Coppa Valentina, Vita religiosa e confraternale a Sessa Aurunca - tesi di laurea in Conservazione dei Beni Culturali, Sessa Aurunca (Ce), 2003 - pag. 35;
Di Marco Giampiero e Parolino Giuseppe, Frati e Fabbriche. I Conventi Maschili di Sessa, Edito da Caramanica, Minturno (Lt), 2000 - pagg. 52-54;
Fuscolillo Don Gaspare, Le Cronache de li antiqui Ri del Regno di Napoli, Ed. Forni, Bologna - pagg. 81-539;
Parolino Giuseppe, La toponomastica di  Sessa Aurunca, Edita in "il Mensile Suessano" n. 165, Sessa Aurunca (Ce), 1998 - pag. 2628;
Sacco Don Lucio, L'Antichissima Sessa - 1640, Pubbliscoop Edizioni - pag. 62.
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